GASTROENTERITI E INTOSSICAZIONI ALIMENTARI

Sanihelp.it - Tutti chi più chi meno si apprestano a fermarsi dai propri impegni lavorativi almeno per qualche giorno.

A non andare in vacanza mai, neppure in questo periodo sono virus e batteri, che invece complice il caldo, il contatto con laghi o piscine e la vita all'aperto,  sono responsabili dello sviluppo di numerose infezioni.

Tra le più diffuse  sicuramente quelle cutanee, le gastroenteriti, le intossicazioni alimentari e allergie da punture di insetto.

Per questo motivo la SIPPS ( Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) ha stilato una serie di consigli per affrontare queste insidie in modo correttoe per garantire un'estate sicura per tutti.

La gastroenterite di origine infettiva è causata da virus come Rotavirus, Norovirus e Adenovirus, e batteri come Escherichia coli, Salmonella, Shigella e Campylobacter.

Questi patogeni sono spesso acquisiti durante viaggi internazionali in Paesi endemici e rappresentano una causa significativa di possibile disidratazione.

È essenziale compensare un'eventuale perdita di liquidi con reidratazione orale, evitando bibite ad alto contenuto di zucchero come i succhi di frutta confezionati, che potrebbero aggravare la diarrea. È inoltre raccomandabile non smettere di mangiare, preferendo pasti leggeri, piccoli e frazionati (ad esempio 6 pasti al giorno).

In generale, quando si viaggia in zone con scarse condizioni igieniche, è importante bere solo acqua in bottiglia, non consumare verdure crude e frutta non sbucciata, evitare il ghiaccio e consumare carne ben cotta.

Evitare cibi potenzialmente contaminati come molluschi e mitili crudi, non condividere tovaglioli, bicchieri, posate e stoviglie, e lavare sempre bene le mani con acqua e sapone o un disinfettante a base di clorexidina dopo essere stati alla toilette e prima di mangiare o manipolare cibo.

Tra le cause di tossinfezione alimentare, le salmonellosi sono tra le più comuni.

Le Salmonelle non tifoidee sono presenti tutto l'anno e si trasmettono principalmente attraverso prodotti di origine animale come uova o pollame, e occasionalmente altri cibi come frutta, verdura, cereali e acqua contaminati.

Le tossinfezioni da Staphylococcus aureus, invece, si manifestano entro 24-48 ore dall'assunzione di un alimento contaminato con diarrea, vomito, dolori addominali e raramente febbre.

Quando è molto caldo è molto importante ricordare che il calore accelera il deterioramento e la crescita batterica di alimenti non adeguatamente conservati.

Con il caldo forte, inoltre, aumenta il rischio del colpo di sole causato dall'esposizione diretta e incauta ai raggi solari: può provocare un aumento della temperatura corporea oltre i 38 gradi e  spesso si associa a scottature.

Il colpo di calore si manifesta quando la temperatura esterna è molto alta e una persona non riesce a disperdere il calore.

Spesso, il colpo di calore si sovrappone al colpo di sole.

I bambini, specialmente i più piccoli, sono i più a rischio.

Per evitare colpi di sole e di calore è fondamentale evitare l'esposizione prolungata al sole nelle ore più calde e proteggere adeguatamente il capo.

I sintomi includono febbre, cefalea, nausea, irritabilità, confusione mentale e, nei casi più gravi, perdita di coscienza e collasso cardio-circolatorio.

Per quanto riguarda le infezioni cutanee, invece l'impetigine è forse la più contagiosa fra i bambini. Gli agenti eziologici principali sono lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A e, più raramente, lo Stafilococco aureo.

Questa infezione causa vescicole-bolle che si risolvono in 4-8 giorni.

Nelle forme più lievi e superficiali è sufficiente un trattamento locale con antisettici per ammorbidire e rimuovere le squame crostose, insieme all'uso di antibiotici topici da applicare 2-3 volte al giorno per almeno una settimana dopo la scomparsa delle lesioni.

Il trattamento antibiotico orale è necessario quando le lesioni sono più estese o profonde, oppure se il bambino è immunodepresso.

In questi casi, il farmaco più indicato è l'amoxicillina con acido clavulanico, sempre sotto prescrizione del pediatra.

La micosi cutanea delle dita di piedi e mani è un'infezione fungina causata da Trichophyton rubrum e Trichophyton interdigitalis.

Questa infezione è piuttosto contagiosa, favorita dal contatto diretto, frequentazione di luoghi pubblici e scarso rispetto di buone norme igieniche.

Le micosi si manifestano con chiazze eritemato-squamose, localizzate soprattutto sotto la pianta dei piedi, il palmo delle mani e a livello interdigitale, spesso pruriginose e molto fastidiose.

Il trattamento è locale, con creme anti-micotiche da applicare 2 volte al giorno per almeno 14 giorni. La terapia sistemica va riservata ai casi resistenti alla terapia locale, con lesioni estese o plurifocali o coinvolgimento dei peli, poiché il follicolo pilifero non è raggiungibile dai farmaci topici.

È fondamentale prevenire tali infezioni utilizzando ciabattine in gomma a bordo piscina, nella doccia e nello spogliatoio e tenendo teli, asciugamani e spazzole ad uso personale.

Altro capitolo estivo è quello riguardante le punture di insetti come api e vespe che possono causare reazioni che variano da una semplice eruzione cutanea a uno shock anafilattico, sebbene raro, che può mettere il soggetto in pericolo di vita.

Anche le punture di zanzare devono essere considerate e prevenute attraverso norme igienico-comportamentali: evitare l'uscita nelle ore del tramonto, utilizzare indumenti che coprano braccia e gambe, e proteggersi con zanzariere e repellenti da applicare sulla pelle o da utilizzare negli ambienti.

La maggior parte delle reazioni alle punture di insetto si manifesta con arrossamento, gonfiore nella zona della puntura, fastidio o dolore che si risolvono entro 5-10 giorni, febbre e malessere temporanei. In questi casi, è sufficiente applicare una pomata a base di antistaminici e, in caso di febbre o dolore, utilizzare un antipiretico come paracetamolo o ibuprofene.

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