In un mondo sempre più connesso, dove l’interazione sociale è diventata una norma, stare da soli può spesso essere visto con un certo scetticismo. La ricerca della solitudine è troppo spesso associata a sentimenti di tristezza, isolamento e persino a condizioni di salute mentale negative come la depressione.
Tuttavia esiste un altro lato del desiderio di crearsi uno spazio per sé che porta un profondo senso di felicità, crescita e soddisfazione. È quello che i messicani e gli spagnoli chiamano Engentar, un termine difficilmente traducibile ma molto arricchente.
Quando siamo soli, senza le distrazioni delle conversazioni o delle aspettative sociali, abbiamo l’opportunità di guardarci dentro. La solitudine, in questo senso diventa Engentar, cioè un potente strumento di autoconoscenza, permettendoci di riflettere su pensieri, emozioni e aspirazioni più reconditi.
Questo processo di riflessione può portare a una maggiore consapevolezza di sé, aiutandoci a capire meglio chi siamo veramente e cosa vogliamo dalla vita.
Molti studi suggeriscono che il tempo trascorso da soli può favorire la creatività e la fantasia. Quando la mente non è continuamente stimolata dall’esterno, ha la possibilità di vagare, di esplorare nuove idee e soluzioni creative ai problemi.
Essere soli, quindi, non significa necessariamente essere annoiati o isolati, ma può rappresentare un’opportunità per entrare in contatto con la propria creatività e con il proprio potenziale inespresso.
L’Engentar può avere effetti positivi sulla salute mentale. Uno studio condotto dalla psicologa Thuy-vy Nguyen ha dimostrato che il tempo passato da soli, quando scelto volontariamente, è associato a un aumento:
Questo è dovuto al fatto che il tempo in solitudine permette di ricaricarsi, di liberarsi delle pressioni sociali e di connettersi con sé stessi in modo autentico. Inoltre, imparare a godere della propria compagnia può rafforzare l’autostima, poiché ci rende meno dipendenti dall’approvazione e dal sostegno degli altri.
È importante distinguere tra la solitudine scelta e quella imposta:
Tutti possono sperimentarlo, ma per qualcuno può essere difficile. Come affermava Pier Paolo Pasolini: «Bisogna essere molto forti per amare la solitudine». L’Engentar, se non viene spontaneamente, richiede pratica e pazienza. Ecco alcuni suggerimenti per iniziare:
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