COVID, +66% DI CASI NELL’ULTIMA SETTIMANA. L’AUMENTO ESPONENZIALE CON LA KP3 E IL PROBLEMA DEL CALDO: “RISCHIO SCOMPENSI CARDIOCIRCOLATORI”

L’aumento di casi Covid nell’ultima settimana in Italia impressiona: +66%, con 9.000 segnalazioni. Questo è quanto emerge dal monitoraggio settimanale dell’ISS e del Ministero della Salute. Una incidenza maggiore nel Lazio dove sono registrati 29 casi per 100.000 abitanti, la più bassa è invece nella Marche, meno dello 0,5 % casi per 100.000 abitanti. Le fasce di età che registrano il più alto tasso di incidenza settimanale sono quelle degli anziani, più propense a controlli e in questo caso a tamponi: 80-89 e sopra i 90 anni. Ma l’età mediana alla diagnosi è di 61 anni e si è abbassata rispetto alla settimane precedenti.

Il problema del caldo

Per questo la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere ha esprime preoccupazione per questa fascia di età e per le persone fragili. La malattia, unita all’ondata di caldo preoccupa ancora di più: “Questa combinazione di fattori avversi richiede un monitoraggio attivo da parte dei medici di base che conoscono le condizioni dei loro pazienti. È fondamentale evitare che scompensi cardiocircolatori o respiratori li portino in gravi condizioni al pronto soccorso”, ha dichiarato il presidente Giovanni Migliore.

Covid, la sottovariante KP3

Gli esperti consigliano di non sottovalutare anche minimi sintomi, e di accertare subito con un tampone che non si sia affetti. Già la scorsa settimana il Covid era tornato a far preoccupare gli italiani, con un numero di casi in costante aumento tanto da far raggiungere il picco estivo con il dilagare della sottovariante KP3. Nonostante ciò l’occupazione dei posti letto in area medica rimane bassa, è pari all’1,9% (1.183 ricoverati), stabile rispetto alla settimana precedente (1,6% al 10 luglio), così come quella della terapia intensiva allo 0,5% (43 ricoverati), invariata rispetto alla settimana precedente (0,5% al 10 luglio).

L’indice di trasmissibilità (Rt) è di 1,20 (1,08-1,32), in leggero aumento. All’ANSA l’epidemiologo Cesare Cislaghi ha dichiarato che con ogni probabilità i dati sottostimano la circolazione del virus: “È probabile che il numero di contagi reali sia fino a 10 volte più alto. Tra le ragioni di questa ondata – aggiunge – c’è anche una terza ragione, ed è la completa perdita di precauzioni. Non è un’indicazione poliziesca dire che chi è contagiato non dovrebbe andare in società, almeno per i primi 3-4 giorni”.

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