GLI IMBALLAGGI DI PLASTICA DEGLI ALIMENTI NON SONO SICURI: CONTENGONO SOSTANZE CHIMICHE!

Gli imballaggi di plastica per gli alimenti non sono sicuri. Alcune università hanno studiato la penetrazione delle sostanze chimiche degli imballaggi di plastica al cibo che contengono e i risultati ottenuti non sono stati affatto positivi.

Negli ultimi decenni, l’uso diffuso di imballaggi di plastica per alimenti ha suscitato preoccupazioni sempre crescenti per la sicurezza alimentare. Gli imballaggi di plastica, comunemente utilizzati per confezionare alimenti, possono contenere sostanze chimiche che potrebbero rappresentare un rischio per la nostra salute. A dare questa notizia molto preoccupante è una ricerca portata avanti dai ricercatori di tre diverse università.

Imballaggi alimentari non sicuri per la salute

La plastica utilizzata per gli imballaggi alimentari contiene spesso composti chimici come i ftalati e i bisfenoli. Queste sostanze chimiche sono aggiunte intenzionalmente per migliorare le proprietà fisiche della plastica, ma possono migrare dagli imballaggi agli alimenti, soprattutto quando l’imballaggio è in contatto con alimenti caldi o grassi.

Una ricerca realizzata dagli esperti della Brunel University di Londra, dello University College di Londra e della Qatar University, in collaborazione con il Food Packaging Forum, ha dimostrato che gli imballaggi per alimenti non sono affatto sicuri per la salute delle persone. Gli studiosi hanno analizzato 116 studi sulle modalità con le quali le sostanze chimiche che si trovano negli imballaggi in polietilene penetrano nel cibo e poi vengono assorbite dall’organismo.

Da questo studio si è compreso che ci sono 377 sostanze chimiche che vengono a contatto con gli alimenti. Tra queste sostanze spiccano di certo il bisfenolo A e gli ftalati, sicuri interferenti endocrini. Queste sostanze dunque nterferiscono con il sistema endocrino umano e possono causare problemi di sviluppo, riproduzione e salute in generale. I bisfenoli, come il bisfenolo A (BPA), sono poi stati associati a disturbi ormonali, problemi di fertilità, diabete e persino alcuni tipi di cancro.

Gli effetti sulla salute delle persone

Da questo recente studio si comprende quindi che il cibo che consumiamo ogni giorno si trova racchiuso e protetto da plastica illegale. La mancanza di tracciabilità e armonizzazione delle normative che esistono sono di certo la causa principale del problema. Dal momento che il cibo confezionato è sempre di più, chiaramente risulta chiaro che le persone sono quasi ogni giorno a contatto con sostanze pericolose per la salute.

L’esposizione cronica a queste sostanze chimiche può avere conseguenze negative per la salute umana. Studi scientifici hanno dimostrato che l’esposizione ai ftalati e al BPA è associata a una serie di disturbi, tra cui disturbi endocrini, disfunzioni riproduttive, danni al fegato e problemi neurocomportamentali, soprattutto nei bambini.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato il BPA come un “possibile cancerogeno per l’uomo” sulla base di prove animali, sebbene siano ancora necessarie ulteriori ricerche per confermare la sua cancerogenicità negli esseri umani.

Alternative agli imballaggi di plastica

Davanti a queste preoccupazioni, sempre più persone stanno cercando alternative agli imballaggi di plastica per ridurre l’esposizione a sostanze chimiche nocive.

Il polietilene riciclato risulta sempre più ricercato nella produzione di nuovi imballaggi per l’uso alimentare. Dal punto di vista dell’inquinamento chimico i problemi restano comunque. Proprio per questo si sta puntando sempre di più su materiali biodegradabili.

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