Da qualche tempo il kombucha è entrato a gamba testa nella lista dei cibi fermentati da provare, conquistando non solo i Millennials (sempre più attenti a tutto ciò che ruota attorno al benessere in generale), ma anche celeb come Madonna, Halle Berry, Gwyneth Paltrow, che hanno dichiarato di avere integrato questa bevanda nella loro wellness routine. Ma di cosa si tratta? Il kombucha, altro non è che un antico tè nero (o verde) fermentato dal sapore dolciastro e frizzante. Grazie alla ricchezza in probiotici sarebbe in grado di riequilibrare il microbiota intestinale, favorendo la crescita dei batteri buoni utili per migliorare la digestione, contrastare disturbi come la sindrome del colon irritabile e rafforzare il sistema immunitario. Insomma, questa bevanda parrebbe essere non solo un toccasana per la salute, ma un elisir di lunga vita.
Consumato in Cina fin dal 250 A. C. e già ai tempi considerato dai membri della dinastia dei Qin un fonte di benessere longevo il kombucha inizia a diventare popolare fuori dai confini cinesi i primi del 900, attraverso la sua esportazione in Russia. Con la diffusione delle tradizioni curative orientali, questa bevanda si è successivamente diffusa anche in Europa. Il kombucha è un tè dolce (nero o verde) che grazie all'azione combinata di batteri buoni e lieviti, fermenta. La sua “frizzantezza” è data, appunto, dalla fermentazione, esattamente come avviene per la birra. Inoltre non nasce come bevanda in sé, ma sottoforma di panetto umido e flaccido, che gli inglesi definiscono Scoby, acronimo di Symbiotic Colony of Bacteria and Yeast, che indica una colonia di batteri e lieviti tra loro in simbiosi, usata (anche) per fermentare quello che poi comunemente viene definito kombucha.
Il kombucha, così come altri alimenti fermentati ricchi di probiotici è diventato popolare negli ultimi anni, perché la ricerca scientifica ha fatto luce sull'importanza per la salute in generale del microbiota intestinale. I potenziali benefici di questa bevanda per la salute sono attribuiti ai prodotti bioattivi, tra cui polifenoli e acidi organici, prodotti dai suoi microrganismi vivi. Nonostante la convinzione diffusa che bere kombucha sia estremamente benefico per salute, gli studi a sostegno di questa affermazione non sono molti. Tra le tante virtù di questo tè fermentato vi sarebbero quella antinfiammatoria, antiossidante (il tè, si sa, è ricco di polifenoli), inoltre il kombucha sarebbe utile per tenere sotto controllo la pressione, per migliorare la funzione epatica, la digestione e a supporto del sistema immunitario. “Il kombucha è una potenziale fonte di vitamine B1, B2, B6, B12 e C, oltre che di polifenoli, antiossidanti, rame, ferro e manganese”, osserva su Forbes Aarti Soorya, medico del Grover Health and Wellness a Bloomfield Hills, Michigan (USA). Tuttavia, essendo estremamente ricco di probiotici, i benefici maggiormente riconosciuti al kombucha sono quelli legati all’intestino. “Il kombucha è un tè fermentato e come tutti gli alimenti fermentati contiene batteri buoni e lieviti che, se ingeriti, possono essere di aiuto per bilanciare il microbiota intestinale inibendo la crescita di batteri patogeni e promuovendo la crescita delle comunità microbiche associate alla salute”, prosegue Soorya. Uno studio del 2021 pubblicato su Critical Reviews in Food Science and Nutrition spiega come il kombucha possa aumentare nell’intestino la proliferazione de Lactobacillus, una specie di batteri nota per i suoi effetti probiotici e antinfiammatori.
In termini di benefici per la salute, non tutti i kombucha sono uguali. Mentre il kombucha tradizionale è prodotto utilizzando solo tè nero o verde, zucchero e uno Scoby, il kombucha che troviamo sugli scaffali dei nostri supermercati è spesso prodotto utilizzando una varietà di tè diversi insieme a erbe, spezie, aromi, succhi o zuccheri aggiunti dopo che la fermentazione è completa. “Per massimizzarne i benefici è sempre bene privilegiare ingredienti semplici, quindi scegliere un kombucha che contenga solo tè, acqua, zucchero o succo di frutta e colture microbiche”, consiglia Soorya. Va bene anche l’aggiunta di spezie o erbe aromatiche per insaporire. Attenzione alla quantità di zucchero riportata sull’etichetta. “Sebbene lo zucchero sia necessario nel processo di fermentazione, molti kombucha che si trovano nei comuni supermarket possono contenere fino a 20 grammi di zucchero per bottiglia, per rendere la bevanda più appetibile. Sarebbe meglio optare per un prodotto che contenga meno di 5 grammi di zucchero a confezione”, prosegue l’esperto. Restando in tema imballaggio, il dottor Soorya ricorda che la luce può danneggiare alcuni tipi di probiotici quindi, il kombucha venduto in bottiglie scure, a livello qualitativo è sicuramente migliore.
Il kombucha è un tè e quindi contiene teina. Assunto a partire dal pomeriggio, nei soggetti più sensibili, potrebbe causare insonnia o difficoltà ad addormentarsi. I microrganismi del kombucha trasformano lo zucchero in glucosio e fruttosio, quindi in alcol etilico, CO2 e acido acetico. Questo genera fino al 2% di alcol puro, anche se raramente è indicato nell’etichetta. Quando si incorpora il kombucha nella dieta per la prima volta, è sempre meglio andarci con i piedi di piombo. “Lasciate che il sistema digestivo si adatti alle specie batteriche e al lievito. Consumare troppo, o troppo velocemente questa bevanda, potrebbe causare gonfiore e disturbi digestivi”, conclude l’esperto.