"È COLPA MIA, è COLPA SUA" E I TABù SULLA FERTILITà

"Perché non rimango incinta?" si chiedeva spesso tra sé e sé Valentina che voleva più di ogni cosa diventare mamma. Perché non ci riusciva? Sbagliava a fare il calcolo dei giorni fertili. Dopo un aborto spontaneo Carolina ha scoperto di avere un'indometrite. Una volta curata questa patologia è rimasta incinta e dopo nove mesi ha partorito un bellissimo bambino, Andrea, il suo riscatto più grande. Dopo avere sondato sulla fertilità di lei e poi su quella di lui, Elisa e Giovanni hanno scoperto, attraverso uno spermiogramma, che gli spermatozi di lui erano piccoli, pochi e poco attivi. Dopo avere cercato invano una gravidanza hanno intrapreso un percorso di adozione e ora non vedono l'ora di conoscere il/la loro figlio/a. A Giordana, 44enne in menopausa, è stata proposta una procreazione medicalmente assistita eterologa. Dopo avere metabolizzato questa possibilità l'ha accettata e ora è incinta di una bambina che ama più di se stessa. Queste sono solo quattro delle numerose storie di maternità raccolte dal dottor Luigi Fasolino ginecologo, specialista in chirurgia laparoscopica e robotica mininvasiva e in Chirurgia della fertilità in Fertilità Tutto quello che devi sapere (e fare) per diventare mamma (Sperling & Kupfer, 2023), prezioso manuale dedicato a ogni fase e ogni aspetto dell’attesa. Lo abbiamo incontrato per sapere cosa fare per diventare mamma, come promette il suo manuale, e quali sono i possibili percorsi che le donne e i loro compagni alla ricerca di una gravidanza che tarda ad arrivare possono intraprendere.

La gravidanza non arriva, quando iniziare a indagare?

La gravidanza non è un meccanismo facile, nonostante sembri l’evento più naturale del mondo. Tanti fattori devono verificarsi con precisione: corretta ovulazione, efficace ruolo degli spermatozoi, apparato riproduttivo adeguato a ospitare una gravidanza o potenzialmente libero da patologie che la impediscano... Per cui anche se non arriva in breve tempo è bene sapere che non sempre ci si trova dinanzi a una situazione di infertilità. A seconda della storia clinica della coppia, l’età, o pregresse patologie - situazioni quindi da contestualizzare per ogni singola coppia - sarebbe corretto iniziare a indagare dopo un anno di rapporti non protetti caratterizzati da insuccesso nell’ottenimento di una gravidanza.

Com'è cambiata la fertilità negli ultimi 50 anni?

Sappiamo tutti che il tasso di natalità è in calo negli ultimi anni, ma questo dato va correttamente collocato in valutazioni più ampie. In primo luogo vanno considerate le necessità socio-economiche di una coppia nella pianificazione di una famiglia, che tendono ad avere come base il raggiungimento di una stabilità lavorativa o un’indipendenza economica prima di programmare una gravidanza. Negli anni questo ha portato a un aumento medio dell’età delle coppie e della donna nella ricerca di una prima gravidanza. E purtroppo sappiamo che al crescere dell’età possono ridursi le chance di concepimento spontaneo, con il conseguente aumento del ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita anche per una prima gravidanza. In secondo luogo, non meno importante, va considerata l’esposizione sempre maggiore a inquinanti ambientali, interferenti endocrini, o sostanze tossiche a cui un individuo possa essere esposto per motivi lavorativi o personali, contribuendo potenzialmente a una riduzione della fertilità nel tempo.

Quanto la fertilità è influenzata dall'età e dalle cattive abitudini?

Soprattutto nella donna esiste una sorta di “picco” della fertilità, che tende a decrescere dai 32-35 anni fino ad azzerare le possibilità di una gravidanza accompagnando la donna in epoca premenopausale e menopausale. Ma questa riduzione delle funzionalità riproduttive non è certo sistematica allo scoccare del 35mo anno di età, per cui vale sempre la pena potere indagare lo stato di fertilità di una donna e più correttamente, di una coppia in caso di riferito insuccesso nell’ottenimento di una gravidanza. Inoltre ritmi lavorativi frenetici, stress, riduzione della qualità e quantità del riposo, alimentazione non bilanciata, vita sedentaria possono in parte contribuire ai deficit di concepimento sia nell’uomo sia nella donna.

Quali sono le principali cause di una mancata gravidanza?

La ricerca dei motivi per cui una gravidanza tarda ad arrivare non va mai considerata per singolo individuo, bensì sempre di coppia. Molto spesso sento dire “è colpa mia” o “è colpa sua”. Niente di più scorretto. Le cause infatti possono essere molteplici. Per una donna, uno dei fattori più frequenti può essere la cosiddetta infertilità tubarica, cioè la compromissione delle tube di Falloppio, organo fondamentale in cui deve avvenire la fecondazione e la creazione dell’embrione, che poi verrà trasportato in utero. Capirete bene che se le tube sono compromesse o chiuse, la gravidanza spontanea non potrà verificarsi. Utile anche a tale scopo avere sempre un dettaglio della ricerca delle infezioni genitali che possano causare infertilità, eventualmente raggiungendo le tube. Altri fattori femminili vanno ricercati in alterazioni anatomiche dell’apparato riproduttivo, come la presenza di fibromi, malformazioni uterine, voluminose formazioni ovariche... Oltre alla possibilità di valutazione di coesistenza di patologia che siano in grado di causare ritardo nel concepimento o addirittura infertilità, interferendo sulla corretta capacità di ovulazione o alterando l’anatomia e la fisiologia dell’apparato riproduttivo. Tra questa patologie al giorno d’oggi vanno sicuramente elencate la PCOS - sindrome dell’ovaio policistico e l’endometriosi. Tra le cause maschili più frequenti ritroviamo traumi testicolari, varicocele che però non sempre causa sistematicamente l'infertilità, o alterazioni marcate della quantità, motilità o morfologia degli spermatozoi.

Quali sono i principali aiuti medicali e le nuove tecniche per favorire una gravidanza? Qual è la percentuale del loro successo?

Non è mai facile indirizzare una coppia verso la possibilità di ricerca di gravidanza “medicalizzata”, ma quando necessario è importante spiegare tutti gli aspetti che hanno portato a considerare l’ottenimento di una gravidanza medicalmente assistita come la scelta più vantaggiosa in termini di riduzione della tempistiche di ottenimento e aumento delle chance. Fortunatamente al giorno d’oggi abbiamo a disposizione le tecniche di PMA pveonimo di procreazione medicalmente assistita, di 1° e di 2° livello. Al 1° livello dovrebbero essere candidate tutte quelle coppie con parametri ormonali femminili e spermatici maschili potenzialmente permissivi per l’attuazione della tecnica, oltre al rilievo di tube aperte bilateralmente. Nel 2° livello, le famose FIVET o ICSI, rientrano le coppie con diagnosi di infertilità tubarica, disordini dell’ovulazione, con parametri spermatici deficitari, o caratterizzate da multipli fallimenti delle tecniche di 1° livello. In questa seconda metodica, le ovaie vengono stimolate a produrre follicoli, e gli ovociti verranno fisicamente prelevati ed analizzati in laboratorio. In vitro quindi (e non “in vivo”, cioè come solitamente accade nel corpo della donna) gli ovociti verranno fecondati con gli spermatozoi del partner, precedentemente ottimizzati, al fine di creare un embrione che verrà poi trasferito direttamente nell’utero della donna. Le possibilità di gravidanza aumentano notevolmente e in rapporto alle motivazioni che hanno portato la coppia ad accesso in percorso di procreazione medicalmente assistita arrivano fino al 30-35% di successo.

Quanto è importante un supporto psicologico nei centri di procreazione medicalmente assistita?

Moltissimo, perchè l’impatto psicologico di una gravidanza che tarda ad arrivare o di una diagnosi di infertilità è decisamente alto. La coppia potrebbe sentirsi “inadeguata” rispetto ad amici o conoscenti che sembrano invece ottenere una gravidanza quasi senza problemi. Una mestruazione che continua di mese in mese a verificarsi risulta una sorta di fallimento nel portare a termine quella che potrebbe sembrare la via più naturale da seguire, cioè l’ottenimento di una gravidanza. Inoltre potrebbe risultarne inficiata anche la sessualità di una coppia, che potrebbe tendere a diventare solo procreativa, meccanizzata, priva delle basi sentimentali e relazionali che dovrebbe avere. Non meno importanti dal punto di vista psicologico risultano i tempi, gli eventuali costi, i farmaci da assumere o le attese che possono far parte dei percorsi di procreazione medicalmente assistita. Sommati alle aspettative, che purtroppo a volte possono esser disattese: abbiamo parlato di un notevole aumento delle possibilità di ottenimento di gravidanza ma nessuna delle tecniche elencate potrà darci una certezza assoluta di concepimento. Per tutti questi motivi è sempre utile supportare una coppia in ricerca di gravidanza o in percorso di procreazione medicalmente assistita dal punto di vista psicologico, o indirizzarla verso figure specializzate che in comunione con ginecologi o altri specialisti coinvolti siano in grado di accompagnare la coppia verso il coronamento del sogno di una gravidanza.

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