Sono classifiche mutevoli e ondivaghe, quelle che ci raccontano dove, sulla carta, si vive meglio in Italia. Ma nonostante il valzer ai vertici, che vede la città vincitrice nel 2022 lasciare il posto ad un'altra solo due anni dopo, un dato rimane fermo, e cioè che anche in questo caso il divario tra Nord e Sud è a favore del primo. La crisi da Covid-19, integrando lo “shock Ucraina”, ha accentuato il divario economico e sociale tra le regioni del settentrione e quelle meridionali. La pandemia ha infatti causato perdite ingenti lungo tutte le regioni dello stivale, ma nel meridione, in particolare, ha colpito più che altrove. Imprese, dipendenti, partite IVA e giovani si sono trovati davanti ad una crisi che non ha risparmiato nessuna categoria. Su due milioni di famiglie italiane povere, circa 775mila sono al Sud; inoltre, su 5,6 milioni di individui in condizioni di povertà, 2,3 milioni sono al Sud. In più, in misura percentuale rispetto al totale della popolazione, l’incidenza dei poveri al Sud è maggiore che al Nord, e al Mezzogiorno sono anche cresciuti nell’anno della pandemia: 9,4% nel 2020, contro l’8,6% nel 2019.
Anche analizzando lo scenario in base alle differenze di genere, il risultato non cambia. L’indagine della Qualità della vita delle donne del Sole 24 Ore, che nel 2022 fotografava il livello di benessere femminile nei territori in base a 90 indicatori, (suddivisi nelle seguenti sei macro-categorie tematiche: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero) assegnava la medaglia d'oro alla provincia di Monza e Brianza. E questo soprattutto grazie all'indicatore dell'occupazione femminile che trascinava al vertice la provincia lombarda, dove il gender gap sul lavoro è quasi tre volte inferiore alla media nazionale. E dove negli ultimi anni sono stati fatti importanti investimenti sui servizi alla famiglia, arrivando al 42% di copertura dei posti negli asili nido, sempre loro, punto cardine che impatta, in questo caso in positivo, in particolare sul tasso di occupazione femminile. Oggi, invece, c'è una nuova indagine che è andata a misurare dove e perché vivono bene altre tre categorie di cittadini: bambini, giovani e anziani. Ma, di nuovo, il podio è tutto "nordico".
Sondrio per i bambini, Gorizia per i giovani e Trento, che abbiamo imparato a conoscere come top player in questo campo, per gli anziani. Sono queste tre province italiane a garantire una migliore qualità della vita alle rispettive fasce d’età. E a trionfare, di conseguenza, nell’edizione 2024 degli Indici generazionali del Sole 24 Ore presentati il 26 maggio 2024 in anteprima al Festival dell’Economia di Trento. Le classifiche misurano le risposte dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute. Trento, dicevamo, ha una storia fatta di encomi. Nel 2022, infatti, è stata promossa capofila del Paese come città con la migliore qualità della vita. Il primato che l'anno prima era stato riconosciuto a Parma (scesa al settimo posto, probabilmente anche per una questione di inquinamento dell'aria, che nella Pianura Padana ha livelli da record, e non nazionale, ma addirittura europeo) ci ha pensato il capoluogo trentino. Che nel 24esimo Rapporto sulla Qualità della vita in Italia, realizzato da ItaliaOggi con l’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, ha conquistato piazzamenti eccezionali in otto ambiti su nove, un risultato mai ottenuto prima da nessuna città italiana. E oggi si prende un altro riconoscimento, come luogo ideale in cui vivere, una volta raggiunta la terza età, circondata da una forte presenza di altre province del Nord, che dominano la testa della classifica, con la prevalenza indiscussa di tre regioni: Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto. Tra le prime dieci classificate, infatti, ci sono tre province lombarde (Como, che si trova al 2° posto, Cremona , al 3° posto, e Lodi), quattro venete (Treviso, Vicenza, Padova e Verona) oltre alla citata Trento e a Bolzano.
Al polo opposto, in termini anagrafici, vediamo che l’indice della Qualità della vita dei bambini premia Sondrio che, rispetto all’edizione 2022, è protagonista di un balzo significativo verso l’alto (e questi bruschi cambiamenti di posizionamento, spiega il Sol 24 ore possono essere imputati all’inserimento di nuovi indicatori) complici soprattutto posizionamenti elevati negli indicatori che fotografano la competenza numerica e alfabetica non adeguata – che in Valtellina è ridotta – e nell’indice Sport e Bambini. Sul podio anche Ravenna e Trieste, tallonate da Gorizia. A garantire maggiore benessere ai giovani, invece, è proprio Gorizia, seguita da Ravenna, già vincitrice nel 2023 e quest’anno doppia medaglia d’argento. Subito dopo ci sono altre due città romagnole, ovvero Forlì e Cesena. Anche la sorella Emilia va molto bene, con Ferrara e Piacenza che seguono a ruota e confermano performance che negli anni si mantengono positive. Due anni fa, tuttavia, la stessa classifica del quotidiana finanziario assegnava all'Emilia Romagna un dominio assoluto per quanto riguarda il benessere dei giovani compresi tra 18 e 35 anni. In base a quoziente di nunzialità – età in cui vengono celebrati i matrimoni –, età media del parto, numero di amministratori comunali under 40, canone di locazione, imprenditorialità giovanile, presenza di bar e discoteche e tasso di laureati, veniva fuori che era Piacenza il capoluogo in cima alla classifica , seguito da Ferrara e Ravenna, Vercelli e Cremona, mentre Forlì-Cesena e Modena chiudevano in ottava e decima posizione.
Gli indici generazionali, al netto di alcuni exploit, restituiscono, come segnalavamo all'inizio, dinamiche ormai consolidate nella “distribuzione” del benessere territoriale in Italia. Quasi sempre, infatti, le province del Sud si trovano in coda alla classifica, anche se mancano diversi exploit. Si segnala, ad esempio, la crescita di Vibo Valentia, prima per imprenditoria giovanile. Siracusa, Catania e Crotone sono sul podio nell'indicatore dell'età media al parto. Catanzaro e Pescara si posizionano invece terza e quarta per numero di geriatri ogni 10mila residenti over 65. In linea con le edizioni precedenti, poi, l’indagine per fasce di età fotografa performance medie, se non basse, delle grandi aree metropolitane. Che sono particolarmente negative quando si parla di benessere dei giovani: ad eccezione di Bologna, quattordicesima, e Firenze, trentatreesima, le grandi città italiane si posizionano tutte da metà classifica circa, con Milano, posto numero 45, anche se in forte ascesa rispetto al 2022. Bari, Catania, Napoli, Palermo e Roma (che si piazza molto male, al 98esimo posto) registrano i punteggi peggiori. Perché il costo della vita è alle stelle, ma al contempo non c'è, da contraltare, un mercato del lavoro che permetta di reggere una simile pressione economica. Insomma, i grandi centri italiani vivono lo stesso malessere di molte altre capitali europee, come Londra, Parigi, Berlino, dove sopratutto i giovani si trovano spesso a dire "non me lo posso permettere".
2024-07-07T18:09:37Z